La Terapia Medica dell'HPV
Oggi sappiamo che il cancro del collo dell'utero, quello della vulva, della vagina, dell'ano, del pene, della laringe e di tante altre aree sono provocati da un virus: il virus HPV.
Siamo convinti che se vogliamo sconfiggere definitivamente il cancro del collo dell'utero dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare:
dobbiamo considerarla come se fosse una malattia sessualmente trasmessa.
La terapia chirurgica, sia essa tramite Laser, radiofrequenza o escissionale, elimina le cellule malate. Questa tuttavia non elimina l'infezione, cioè la presenza del virus nella regione interessata.
Ne consegue la possibilità di recidive. Inoltre, talvolta, le recidive sono più gravi delle lesioni di prima insorgenza.
Poichè il virus HPV è un virus oncogeno, in grado di provocare displasia ed anche il cancro, è necessaria di una terapia medica, antivirale, da affiancare a quella chirurgica. Questa ha come obbiettivo la distruzione completa del virus dall'organismo.
Oltre a questo è necessaria una efficace campagna di vaccinazione che elimini alla base il problema: solo allora si potrà parlare di guarigione.
Inoltre, una volta guariti, si acquisisce immunità, per molti anni (forse anche per tutta la vita), da quei ceppi/o che hanno provocato la malattia.
Terapia medica contro il virus HPV con farmaci: modalità adottate nei vari protocolli attualmente in uso
Il Condilyne: non ha un azione antivirale, ma si tratta di un farmaco che distrugge chimicamente le cellule infettate dal virus (i cosiddetti Condilomi). In pratica si tratta di una causticazione chimica. NB: Lo stesso dicasi per altre sostanze come Acido Tricloroacetico e Podofillina.
L'Imiquimod: è un farmaco è disponibile in pomata la cui somministrazione consente di trattare localmente le lesioni, prevenire meglio le recidive ed eliminare le lesioni più piccole eventualmente sfuggite alla chirurgia. L'Imiquimod è un rappresentante di una nuova classe di principi attivi, i cosiddetti "Immune Response Modifier" (modulatori della risposta immunitaria). Il nuovo approccio terapeutico col modulatore della risposta immunitaria Imiquimod, in commercio col nome Aldara®, si orienta sulla stimolazione della risposta immunitaria locale. Oltre all'induzione di interferone con i suoi provati effetti virostatici diretti, esso mira ad aumentare le difese immunitarie cellulari endogene per indurre un riconoscimento specifico degli antigeni associati all'HPV, rendendo così possibile l'eliminazione diretta del virus. L'Imiquimod si sta dimostrando molto efficace nell'indurre la guarigione di lesioni da HPV, riuescendo in molti casi a a negativizzare i prelievi per la ricerca e la tipizzazione del virus HPV. Gli effetti collaterali sono questi: può provocare infiammazione locale (ma è proprio l'infiammazione che provoca la produzione di metaboliti attivi) e in casi rari, sintomi di tipo influenzale, dovuti alla produzione locale indotta di interferone naturale. Questi sintomi possono essere facilmente controllati, facendo passare più tempo tra un'applicazione e l'altra e diminuendo il dosaggio.
L'Interferone per via orale: sotto forma di pomata (Frone) fu utilizzato in passato, con ottimi risultati, per la cura dei condilomi. La tecnologia di 30 anni fa lo produceva estraendolo dal sangue umano e, per il rischio infettivo, ne fu sospesa la produzione. Oggi in alcuni paesi, viene prodotto sinteticamente, sotto forma di candelette prodotte in Russia, e sotto forma di compresse che si sciolgono in vagina, di produzione Cinese. Noi bbiamo avuto testimonianze di donne provenienti da questi paesi, con lesioni da virus HPV, trattate con questi farmaci con risultati veramente ottimi. Purtoppo non sono disponibili in Italia. È evidente che in paesi, con una sanità diversa da quella occidentale, c'è un approccio altrettanto diverso e non condizionato alla terapia delle infezioni da HPV.
L'Isoprenolo: disponibile anche in ovuli vaginali, sebbene abbia una debole azione contro il virus HPV, non ha praticamente effetti collaterali e un costo elevato.
Terapia medica contro il virus HPV con farmaci omeopatici
Il Transfactor 11: si tratta di un farmaco omeopatico che venne presentato qualche anno fa come rimedio alle infezioni da virus HPV. Tuttavia noi abbiamo già da qualche anno abbandonato la prescrizione di tale farmaco poichè non ha raggiunto i risultati sperati nei soggetti giunti alla nostra osservazione.
Terapia medica contro il virus HPV con farmaci: modalità diverse da quelle adottate nei vari protocolli attualmente in uso (Protocolli "Off Label")
L'Uso dell'Imiquimod sulle lesioni mucose: benchè nel foglio illustrativo del farmaco sia raccomandato di non usarlo sulle mucose, già da tempo, la nostra personale esperienza, in collaborazione con i colleghi dermatologi, ha constatato la sua notevole efficacia in lesioni displastiche e condilomatosiche in varie regioni mucose, quali, vulva, vagina, collo utero ed ano. La controindicazione nasce dall'osservazione che l'imiquimod viene assorbito molto di più a livello mucoso e quindi potrebbe dare intense reazioni infiammatorie. Tuttavia ciò viene efficacemente prevenuto utilizzando dosi notevolmente minori di farmaco per ogni applicazione. Il farmaco è poco maneggevole quindi può essere applicato solo sotto controllo medico.
L'uso dell'Interferone per via locale: il razionale si basa su osservazioni che l'uso dell'interferone intralesionale, tramite microiniezione (con piccoli aghi), porta rapidamente alla scomparsa completa delle lesioni. L'Interferone per via locale viene iniettato direttamente nella sede delle lesioni (nella nella cervice o su qualsiasi altra regione interessata), vengono limitati notevolmente gli effetti sistemici del farmaco e si possono utilizzare piccole dosi con tempi di guarigione più rapidi.
L'Interferone in candelette per uso rettale e vaginale: una interessante novità, che poi non è una novità perchè l'interferone per uso locale in crema esisteva già, (si chiamava Frone - sopracitato) è l'interferone sintetico in candelette prodotte in Russia e cp solubili in Cina. Peccato però che questi farmaci non sono disponibili ancora in Italia e in europa.
La terapia con interferone iniettato direttamente nei condilomi o nel collo uterino è riservata alle condilomatosi floride recidivanti, nei soggetti immunodepressi e nelle displasie di alto grado del collo uterino, nelle infezioni sostenute da ceppi ad altissimo rischio (16- 18) e come coadiuvante nella terapia del carcinoma cervicale. Il farmaco è assai poco maneggevole e quindi può essere applicato solo direttamente dal medico.
L'associazione dell'interferone per via locale, tramite microiniezione con la pomata Immiquimod permette di ottenere maggiori aspettative di guarigione.
Il 5 fluoro uracile è invece un chemioterapico antimetabolita, si utilizza in forma di crema per uso locale e impedisce la replicazione delle cellule alterate, siano esse condilomi o cellule displastiche. Esso ha una certa azione aspecifica contro il virus HPV ma, essendo poco maneggevole, può essere applicato solo direttamente dal medico.
Il Cidofovir per uso sitemico: si tratta di un nuovo farmaco molto attivo contro l'HPV che ha un'azione antivirale prolungata. Dura parecchi giorni o settimane, così permettendo un dosaggio comodo (cioè 1 dose ogni settimana o ogni due settimane). Questa azione antivirale prolungata è probabilmente dovuta al periodo di attività intracellulare molto lungo dei metaboliti di Cidofovir (specialmente il complesso della Cidofovir-colina). Il Cidofovir si è dimostrato molto efficace nel trattamento delle infezioni della faringe, della laringe, dei genitali ed anali del virus HPV. Purtoppo il suo elevatissimo costo (circa 1000 euro la confezione) e la difficoltà nell'ottenere il farmaco (fascia H) ne ha limitato fino ad oggi il suo utilizzo, escludendolo dai protocolli standard.
Il Cidofovir per uso locale: la formulazione all'1% di crema a base di cidofovir è stata adoperata con successo nel trattamento di lesioni condilomatosiche ed in lesioni displastiche per le localizzazioni orali, genitali, ed anali, correlate al virus HPV. Il farmaco è assai poco maneggevole e deve essere applicato direttamente dal medico.
Il cidofovir in crema non è è in commercio, ma può essere realizzato nelle farmacie galeniche, utilizzando la fiala di Cidofovir miscelata ad una crema base. Per questi occorre un'apposita ricetta.
Vediamo due studi interessanti:
1. In questo studio (Cidofovir, a new approach for the treatment of cervix intraepithelial neoplasia grade III - CIN III) sono stati descritti i risultati di uno studio preliminare con applicazione locale del cidofovir gel all'1% per il trattamento della CIN III. È stato applicato per tre volte, sulla cervice di di 15 donne con biopsia di CIN III. Entro 1 mese dopo l'inizio del trattamemento, Cidofovir 1% gel è stato in grado di inibire parzialmente o completamente displasia cervicale e lesioni dopo solo tre applicazioni. Questo effetto si è rilevato specifico per le cellule displastiche. Le Cellule sane o diverse da quelle displastiche non sono state influenzate dal trattamento.
2. In questo studio (Ginecologic Oncology: Clinical responses to Cidofovir applied topically to women with high grade vulval intraepithelial neoplasia) 15 donne con un elevato grado di displasia anogenitale (non cervicale) sono state trattate con Cidofovir crema senza effetti collaterali. Il cidofovir è stato in grado di provocare la guarigione totale o parziale nel maggior numero di casi.
Noi, nel 2003, siamo stati tra i primi a parlare del cidofovir nella terapia del virus HPV. Molti all'epoca non ci hanno voluto credere. Oggi a distanza di più di 10 anni, numerosi ricercatori hanno dimostrato l'efficacia del Cidofovir sia per uso sistemico che per uso locale (Cidofovir crema). Come se non bastasse in questi anni abbiamo accumulato lettere di ringraziamento di persone che sono guarite definitivamente dall'HPV, dai condilomi e dalla displasia del collo dell'utero. Siamo soddisfatti per essere stati ancora una volta una valida voce alternativa alla medicina ufficiale fornendo utili controinformazioni.
Precisiamo che presso il nostro centro, l'utilizzo del Cidofovir è riservato a casi selezionati, esclusivamente di displasie di alto grado associate a ceppi a rischio di HPV, carcinoma in situ, carcinoma stadio I, prima e/o dopo la terapia chirurgica.
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